Sabato pomeriggio in tre erano rimasti vittime d’un violento pestaggio a colpi di mazze e del plateale incendio dell’Alfa 156 su cui viaggiavano prima d’essere fermati e bloccati dai loro nemici – al momento ignoti – nel cuore del centro storico rossanese.

Uno del terzetto, Andrea Pio Solferino, di 25 anni, rimasto ferito, è tuttora ricoverato nell’ospedale dell’Annunziata a Cosenza. Gli altri due stanotte sono finiti dietro le sbarre.

È la prima importante risposta dello Stato alla guerra di ‘ndrangheta in atto con armi non convenzionali da oltre due settimane nella parte rossanese di Corigliano-Rossano.

Alle 4 di stanotte, infatti, i carabinieri della locale Compagnia hanno dato esecuzione a un fermo d’indiziato di delitto emesso dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale di Catanzaro Vincenzo Capomolla e dal sostituto Stefania Paparazzo, nei confronti del 41enne Gaetano Solferino e del 22enne Gaetano Solferino, omonimi e rispettivamente zio e nipote.

Sono stati entrambi trasferiti nel carcere di Cosenza.

Le accuse loro contestate vanno dall’associazione mafiosa alle lesioni aggravate, dall’incendio doloso alla violenza privata.

Nel corso delle indagini lampo i militari del Nucleo operativo dell’Arma rossanese hanno acquisito le sequenze registrate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati e le dichiarazioni rese dai testimoni dei primi gravi pestaggi verificatisi oltre due settimane fa. redazione@altrepagine.it

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