Sull’irrisolta questione dell’ex centrale Enel, Flavio Stasi ha individuato la sua controparte “cattiva”: l’Unical

Flavio Stasi (foto), il sindaco della «terza città della Calabria» come ama tanto chiamare Corigliano-Rossano lo stesso primo cittadino, spiega d’aver proposto «un partenariato importante»

al colosso energetico Enel produzione, all’Università della Calabria e al Consiglio nazionale delle ricerche, al fine di partecipare a un bando nazionale – che scade domani – promosso dall’Agenzia per la coesione territoriale sugli Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno.

Invita a riflettere sui rapporti tra università e territorio, ma sarebbe opportuno riflettesse lui

Invita «a una riflessione collettiva», Stasi, sull’«occasione persa», proprio quando sarebbe opportuna, stavolta più che mai, una sua riflessione individuale. Già. Col progetto che il Comune ha sulla scrivania del sindaco, sul quale qualcuno avrà lavorato sodo e sarà stato pure profumatamente pagato, oggi Stasi tiene a precisare che «i soggetti abilitati a proporre i progetti per partecipare al bando sono gli organismi di ricerca in partenariato obbligatorio con enti locali e altri soggetti pubblici o privati», e denuncia che l’Università della Calabria «non s’è relazionata col territorio».

Male, certamente. Sì, perché non riuscire ad avvalersi della possibilità d’intercettare i milioni d’euro che servono a poter concretizzare l’idea progettuale dell’attuale amministrazione comunale di Corigliano-Rossano sulla rifunzionalizzazione dell’ex centrale termoelettrica Enel, predisponendo il sito a «centro di ricerca e sviluppo tecnologico per produzione energetica dall’idrogeno e ad alto rendimento», è senz’alcun dubbio un’occasione persa.

Il sito dell’ex centrale Enel 

«Sono stato uno studente Unical, ne sono sempre stato orgoglioso e sento che l’Ateneo può fare tanto per il territorio», afferma Stasi, «ma voci di corridoio universitarie mi riferiscono che la governance dell’Ateneo ha deciso di partecipare al bando con una sola proposta, che non è la nostra: da sindaco di una città importante, da cittadino e da ex studente dico con chiarezza che così non va bene per niente»

Le scarse relazioni d’un agitatore di vane proteste

A non andar bene, però, c’è pure altro, soprattutto. Sì, perché se chi incarna la rappresentanza d’una istituzione – teoricamente – importante come un comune di 74 mila abitanti è costretto a riferire di «voci di corridoio», vuol dire che lo stesso ha relazioni scarse, per non dire nulle, con l’istituzione universitaria di riferimento territoriale, al di là d’occasioni formali e parate.

Stasi, in pratica, è rimasto quello studente Unical noto come agitatore di vane proteste contro i massimi sistemi politici finalizzate proprio ad arrivare al massimo sistema politico. Quello in cui sguazza da due anni e mezzo in qua con scarso successo di pubblico e di critica tanto tra i confini comunali quanto fuori da essi.

Un sindaco che ha per consuetudine oramai quella di menare il can per l’aia quando gli viene chiesto “conto” dei tanti qualcosa sul grande tappeto di Corigliano-Rossano, e il futuro dell’ex centrale Enel è una delle cose più ingombranti su quel tappeto, di cui spesso gli viene chiesto conto.

Un sindaco abituato a mistificare la scarsa considerazione politica ed istituzionale che in loco e altrove gli viene serbata. Un sindaco che ad ogni occorrenza del genere (è già successo svariate volte) ha il disperato bisogno d’individuare, fuori da se stesso, una controparte “cattiva”. Nel caso odierno, l’università.

Studenti dell’Unical tra i suoi “cubi” 

Frequentazioni di piccolo cabotaggio e nessun confronto con le istituzioni accademiche

L’autorevolezza d’una carica istituzionale come quella del sindaco non dipende affatto dal numero degli abitanti che si rappresenta in altre sedi e al cospetto d’altre figure istituzionali.

L’autorevolezza o meno del Comune di Corigliano-Rossano dipende da chi ne incarna la carica di sindaco, dal suo carattere, dalle sue capacità politiche, dalle sue inclinazioni verso le relazioni politiche ed istituzionali a beneficio della comunità che rappresenta.

Nel caso odierno, Stasi, anziché guadagnare la porta del rettorato dell’Unical – come si converrebbe al sindaco della «terza città della Calabria» – ha fatto una passeggiata tra i corridoi dell’ateneo raccogliendone le «voci» davanti a qualche distributore automatico di caffè espresso, magari in compagnia di qualcuna tra le sue svariate conoscenze di piccolo cabotaggio “di stanza” all’università e da qualche tempo pure nel municipio di Corigliano-Rossano.

Stasi è rimasto lo “studente incazzato” dei suoi tempi andati (che tanto gli sono serviti…) proprio nel tempo in cui è stato eletto (anche) per confrontarsi da pari a pari con le istituzioni accademiche. Ed è soprattutto questo che non va bene, per niente! direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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