L’ha deciso la Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’avvocato Giovanni Giannicco

Deve rimanere detenuto agli arresti domiciliari il 33enne imprenditore di Corigliano-Rossano Christian Madeo. L’hanno deciso i supremi giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione.

Gli ermellini del palazzaccio romano di Piazza Cavour hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso ch’era stato presentato dal difensore di Madeo, l’avvocato Giovanni Giannicco del foro di Castrovillari, avverso l’ordinanza precedentemente emessa dai giudici del Tribunale del riesame di Milano che avevano negato la libertà al giovane imprenditore rossanese.

Una megatruffa da 15 milioni di euro

Christian Madeo è ritenuto dalla magistratura inquirente tra i promotori di un’ipotizzata associazione per delinquere. Che avrebbe messo a segno una megatruffa da ben 15 milioni di euro, a partire dall’anno 2017, ai danni della “Cesare Pozzo”, la società di mutuo soccorso più importante d’Italia attiva proprio nel capoluogo lombardo dal 1877 nel settore della mutualità sanitaria integrativa.

Il sostituto procuratore milanese Carlo Scalas ha già richiesto il rinvio a giudizio per tutti gl’indagati – 6 persone – tra le quali figura l’imprenditore di Corigliano-Rossano, amministratore della “Lower srl”, società attiva nel settore dei call center con sede legale allo Scalo rossanese, ma lui impegnato pure nel settore dell’edilizia. Madeo era stato arrestato lo scorso 2 marzo.

L’udienza preliminare

Gl’indagati, a vario titolo, sono accusati d’associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Lo scorso 5 luglio è cominciata l’udienza preliminare dinanzi al giudice del Tribunale milanese Domenico Santoro.

Secondo la Procura e la guardia di finanza milanesi, dalla “Cesare Pozzo” sarebbero state distratte ingenti quantità di denaro mediante l’utilizzo delle carte di credito aziendali per acquisti di vario genere che avrebbero avuto poca attinenza con l’oggetto sociale della società di mutuo soccorso.

La “bella vita”

E si sarebbe così concretizzata la megatruffa da 15 milioni d’euro, attraverso la distrazione di risorse economiche dalla “Fondo salute Sce”, cooperativa europea per la salute e la tutela sociale nata nel 2009 da un’alleanza tra la “Cesare Pozzo” e il gruppo mutualistico francese “Harmonie Mutuelle”. Un fiume di denaro che, secondo le accuse, gl’indagati avrebbero utilizzato per darsi ognuno a una lussuosissima “bella vita”. redazione@altrepagine.it

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