Non riusciamo neppure ad immaginare qualcuno tra gli altri sindaci attualmente in carica nel comprensorio dello Jonio sibarita intento ad agitarsi contro la polizia come un manifestante qualsiasi durante una protesta politica. Non è mai successo in passato.

E d’altronde sarebbe stato davvero singolare per i diversi uomini politici di lungo corso che si sono avvicendati a Cassano Jonio, a Corigliano o a Rossano, gente di centro, di destra o di sinistra, ma gente che aveva le capacità derivanti dalla politica – e non dagl’istinti belluini – di mediare pure nelle situazioni e nei frangenti più difficili.

Oggi invece capita che certi pretesi “nuovi corsi politici”, formatisi alla scuola radio elettra della politica con l’obiettivo della presa del potere fine a se stesso, non riescano a concepire, ma nemmeno a comprendere e ad assimilare, che i poteri attribuiti dalla democrazia hanno dei confini tra i diversi ruoli istituzionali degli stessi attori democratici.

Ed è proprio da questo solco profondo in cui insistono grassa ignoranza politica e presunzione personale ch’è scaturita la feroce polemica andata in scena ieri sera nel centro storico rossanese di Corigliano-Rossano, poco prima che cominciasse il partecipato concerto musicale dei Negrita che ha chiuso i festeggiamenti religiosi e civili in onore di Maria Santissima Achiropita, Patrona di Rossano e della comunità dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati.

Il pubblico del concerto dei Negrita

Muro contro muro – anzi muso contro muso – il sindaco Flavio Stasi da una parte e il vicequestore dirigente del Commissariato cittadino della polizia di Stato Cataldo Pignataro dall’altra.

Oggetto del contendere la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza sociale. Materia d’esclusiva competenza della polizia. Che, secondo Stasi, ieri sera seguiva un dispositivo troppo rigido.

Toni esacerbati ed esagerati quelli di Stasi all’indirizzo del capo della polizia. Toni da “Lei non sa chi sono io” al di là delle eventuali “ragioni” e degli eventuali “torti” dell’uno o dell’altro. Questa non è roba da “terza città della Calabria”. Questa è roba da foresta.

E come poteva sottrarsi al richiamo della foresta uno tra i più imbecilli nell’oramai esigua legione d’imbecilli (per dirla con Umberto Eco) d’uno Stasi ieri sera in veste di ministro dell’Interno (nel recente passato s’è alternato pure alla Giustizia, alla Sanità e ad altro).

All’aspirante influencer coriglianrossanese s’accompagnavano al concerto un’assessora comunale della giunta Stasi e il marito. I quali evidentemente gli hanno poi consigliato di cancellare il post su Facebook che però già da questa notte è in mano agl’investigatori del Commissariato per i provvedimenti del caso. direttore@altrepagine.it

 

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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