“Medical market”: simularono un sinistro stradale per incassare e dividersi i soldi dell’assicurazione. Inflitti 18 anni al medico ospedaliero Sergio Garasto, 14 a Stefania Russo, madre del feto, e 16 al complice Piero Andrea Zangaro. Processo da rifare per l’altra presunta complice Nunziatina Falcone

Alle 14 di oggi pomeriggio, al termine d’una camera di consiglio durata circa due ore, sono stati riconosciuti colpevoli pure dalla Corte d’Assise d’appello di Catanzaro. I cui giudici (presidente Fabrizio Cosentino, a latere Abigail Mellace e sei giudici popolari) hanno però ridotto considerevolmente le condanne ch’erano state loro inflitte in primo grado, a Cosenza, il 17 febbraio del 2020.

Ciò, a distanza di nove anni dal tragico fatto e sei anni e mezzo dagli arresti dei quattro presunti responsabili. Si tratta del 59enne noto medico ospedaliero Sergio Garasto e della 43enne Stefania Russo (foto in alto), del 39enne Piero Andrea Zangaro e della 48enne Nunziatina Falcone amica della Russo, tutti coriglianesi e alla sbarra per un reato gravissimo: omicidio volontario premeditato ed aggravato in concorso tra loro

L’infanticidio nel Pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna”  

Commesso il 15 maggio del 2012 nel Pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano-Rossano. Si tratta del processo per infanticidio scaturito dalla maxinchiesta giudiziaria denominata “Medical market”. 

Il presidio ospedaliero coriglianese

La pena più alta – 18 anni di reclusione – è stata inflitta a Garasto, 14 alla Russo e 16 a Zangaro (in primo grado erano stati condannati rispettivamente a 25, 24 e 23 anni di reclusione), mentre per la Falcone la sentenza di primo grado con la quale era stata condannata a 23 anni di reclusione è stata annullata e nei suoi confronti si dovrà celebrare un nuovo primo processo.

Stefania Russo e Nunziatina Falcone

Rigettate le 4 richieste d’ergastolo della pubblica accusa  

Nei confronti del quartetto i giudici d’appello hanno rigettato il ricorso ch’era stato presentato dal sostituto procuratore di Castrovillari Valentina Draetta, che ne aveva sollecitato le condanne all’ergastolo per avere in concorso tra loro provocato l’aborto della Russo, al settimo mese di gravidanza, simulando un incidente stradale al fine d’incassare e poi dividersi il risarcimento d’una polizza assicurativa automobilistica per responsabilità civile. 

La sede della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro

I quattro – oggi in libertà – finirono in manette la mattina del 22 gennaio 2015, quando l’allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari Letizia Benigno emise le misure cautelari nei loro confronti.

L’ultima parola toccherà alla Cassazione 

Il tragico fatto criminale s’inserisce nel ben più ampio quadro del maxiprocesso “Medical market” in corso davanti ai giudici del Tribunale di Castrovillari, che vede coinvolte altre 140 persone, tra le quali spiccano i nomi, noti, di diversi medici ed avvocati coriglianrossanesi.

Parzialmente soddisfatti si dichiarano i difensori dei quattro imputati, il professor Franco Coppi e gli avvocati Antonio Pucci, Mario Elmo, Pasquale Di Iacovo ed Alfonso Sapia, i quali avevano sollecitato le assoluzioni dei loro assistiti, sostenendo, tra l’altro, anche in base ad alcune perizie mediche discordanti con la tesi dei consulenti della Procura di Castrovillari, che il feto sarebbe stato privo di vita quando la Russo fu visitata in Pronto soccorso da Garasto.

Il pubblico ministero Draetta, a Catanzaro lei stessa nelle vesti di procuratore generale, sia in primo grado che in appello ha sostenuto che l’aborto sarebbe stato indotto meccanicamente e farmacologicamente, e che una volta fuoriuscito il nascituro sarebbe stato lasciato morire al fine di portare a termine il disegno criminoso.

Le motivazioni della sentenza odierna saranno depositate entro i prossimi 90 giorni. Dopodiché gli avvocati prepareranno i loro ricorsi in Cassazione. direttore@altrepagine.it

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Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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