Dopo la condanna a 9 anni a Castrovillari, nei confronti di Gennaro Sisto i giudici di Catanzaro avevano sentenziato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, avendone riqualificato il reato in “lesioni”

Per pregressi contrasti in merito alla divisione d’un terreno oggetto d’eredità, ch’erano sfociati anche in contenziosi legali di natura civile, la sera del 30 ottobre 2010 aveva appostato il cognato, e, riuscito a bloccarlo, l’aveva violentemente aggredito sferrandogli diverse coltellate al volto e ai fianchi. 

Nel 2017 la pesante condanna, dopo due anni il “colpo di scena”

Il 17 febbraio del 2017 i giudici del Tribunale di Castrovillari l’avevano condannato a 7 anni di reclusione per tentato omicidio e a 2 per calunnia nei confronti dello stesso affine.

Il 15 aprile del 2019 il colpo di scena: i giudici di secondo grado della Corte d’appello di Catanzaro avevano sentenziato nei confronti dell’imputato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

Già, perché i togati catanzaresi avevano riqualificato il reato in lesioni personali aggravate dall’uso dell’arma, “chiudendo” così la vicenda.

E il procuratore generale di Catanzaro ricorre in Cassazione

È tutt’altro che chiusa, però, la vicenda processuale. Sì, perché il procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro proprio contro quella sentenza aveva presentato ricorso in Cassazione.

E gli “ermellini” del palazzaccio romano di Piazza Cavour lo scorso 6 maggio quella sentenza l’hanno annullata. Motivatamente, e con rinvio a una diversa sezione della Corte d’appello catanzarese. Davanti alla quale ora dovrà celebrarsi un nuovo processo nei confronti di Gennaro Sisto, 51 anni (nella foto d’apertura), bracciante agricolo residente nella frazione marina di Schiavonea, a Corigliano-Rossano.

Il drammatico fatto di quasi 11 anni fa

Quella sera di quasi undici anni fa, l’imputato – ch’è difeso dall’avvocato Ettore Zagarese del foro di Castrovillari – aveva atteso l’arrivo del cognato Raffaele Flora, 72 anni, anch’egli agricoltore, parte civile nel processo e difeso dall’avvocato Antonio Fusaro dello stesso foro castrovillarese.

La vittima, alla guida del proprio furgone, stava facendo rientro nella propria abitazione dalla strada di contrada Boscarello che da Schiavonea conduce in contrada Fabrizio. A bordo della propria auto, Sisto era andato incontro a Flora in retromarcia, gli aveva sbarrato la strada, era sceso dalla vettura, e, infilandosi un anello al dito, aveva sferrato un pugno al finestrino del mezzo della vittima aprendogli lo sportello.

L’avvocato Ettore Zagarese, difensore dell’imputato

A quel punto, il cognato, intimorito perché l’aggressore impugnava un coltello, s’era spostato sul sedile lato passeggero ed era sceso dal veicolo per scappare, ma Sisto l’aveva bloccato e gli aveva sferrato delle coltellate ai fianchi, colpendolo anche al mento e al naso;

la vittima, avendo notato un bastone per terra, s’era abbassato per prenderlo ed era stato proprio in quel frangente che l’aggressore aveva cominciato a colpirlo. Flora era pure riuscito a prendere il bastone per difendersi, ma Sisto l’aveva subito disarmato mordendolo al braccio.

Flora, pur perdendo molto sangue, era riuscito a ritornare nel furgone e a fuggire facendo retromarcia. E s’era recato in Pronto soccorso, nell’ospedale “Guido Compagna” dov’era stato ricoverato e sottoposto d’urgenza a un intervento chirurgico.

Sisto, invece, una volta dileguatosi, s’era reso irreperibile. E quando – quattro giorni dopo – venne fermato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio, non esitò a denunciare il cognato accusandolo d’avergli procurato le lesioni che s’era fatto refertare in Pronto soccorso ben tre giorni dopo il fatto, a sostegno della ricostruzione difensiva che aveva immaginato di poter accreditare. Da qui il reato di calunnia. direttore@altrepagine.it

Di FABIO BUONOFIGLIO

Classe 1974. Spirito libero, animo inquieto e ribelle. Giornalista. Negli ultimi 25 anni collaboratore e redattore di diverse testate quotidiane e periodiche regionali nel Lazio e nella sua Calabria. Nel 2011 fonda AltrePagine, la propria creatura giornalistica che da allora dirige con grande passione.

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