di Fabio Buonofiglio
Il fatto che qualcuno “importante” stesse “cantando” tra le file della ‘ndrangheta sibarita era nell’aria già da qualche tempo. Adesso è ufficiale: a saltare il fosso e a passare dalla parte dello Stato è nientepocodimenochè Nicola Acri, 42 anni, alias “Occhi di ghiaccio”.
Oramai ex capo ‘ndrina di Rossano, è considerato tra i più sanguinari killer della ‘ndrangheta calabrese. Una gran carriera criminale la sua, cominciata quando aveva appena 21 anni.
Tre anni di latitanza “dorata” prima d’essere catturato a Bologna nel 2010: era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti considerati i più pericolosi d’Italia.
Dopo un decennio al carcere duro del 41-bis – e dopo averne insistentemente quanto inutilmente richiesto la revoca – ha deciso dunque di collaborare. E di “confessarsi” coi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri.
La cattura di “Occhi di ghiaccio” nel 2010 a Bologna, dopo tre anni di latitanza
Nel corso della collaborazione – cominciata da poco – ha già reso dichiarazioni su gravi fatti di sangue che l’hanno visto protagonista.
“Occhi di ghiaccio” è condannato per associazione mafiosa e omicidio. All’ergastolo definitivo soltanto per l’omicidio del giovane rapinatore di Cosenza Primiano Chiarello, ammazzato a Spezzano Albanese nel 1999.
La prima e l’ultima segnaletica del superboss rossanese
Stamane in Corte d’Assise d’Appello a Catanzaro s’è svolta l’udienza del processo sul duplice omicidio di Giuseppe Cristaldi e Biagio Nucerito, ammazzati a Cassano Jonio il 6 gennaio sempre del 1999.
Il sostituto procuratore generale Luigi Salvatore Maffia ha richiesto ai giudici di poter inserire agli atti del processo alcuni verbali resi da Acri e di sentire il nuovo “pentito” in dibattimento.
Il collegio di difesa degl’ìmputati alla sbarra s’è però opposto, richiedendo l’astensione motivata da parte del collegio giudicante che a sua volta s’è riservato di decidere, rinviando il processo nel prossimo mese di settembre.
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