Il 38enne, già autista e uomo fidato del boss di ‘ndrangheta Pietro Longobucco, ha lasciato il carcere ed è stato assegnato agli arresti domiciliari

 

  

 

di Fabio Buonofiglio

È stato condannato a 4 anni e quattro mesi di reclusione – al termine del processo celebratosi col rito abbreviato – il 38enne coriglianese Domenico Russo alias ‘U chiattu (foto). L’uomo era imputato per due episodi estorsivi continuati ed aggravati dal metodo mafioso ai danni dei titolari della nota azienda locale “Olearia Geraci” del centro storico coriglianese.

 

Era stato arrestato dai carabinieri il 14 settembre dell’anno scorso, su mandato del giudice per le indagini preliminari distrettuale del Tribunale di Catanzaro Filippo Aragona e su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia catanzarese Alessandro Riello.

 

Fino a ieri incensurato, ma sin da prima che finisse in carcere assai noto negli ambienti investigativi di Corigliano-Rossano, dal momento che era stato autista ed uomo di fiducia del 51enne locale boss di ‘ndrangheta Pietro Longobucco, ucciso nel dicembre del 2018.

 

E Russo era accusato d’avere tenuto sotto “pizzo” di stampo ’ndranghetista i titolari dell’azienda da lui taglieggiata, dal febbraio del 2019 al gennaio 2020. Nel processo a suo carico, tenutosi davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Valeria Isabella Valenzi, Russo è stato difeso dall’avvocato Ettore Zagarese del foro di Castrovillari.

 

L’avvocato Ettore Zagarese 

 

Ridotta considerevolmente la pena rispetto alla richiesta del pubblico ministero Riello. Il rappresentante la pubblica accusa, infatti, durante la propria requisitoria, aveva a lungo discusso circa la non concessione d’alcuna attenuante all’imputato, esprimendo anche parere negativo alla sua assegnazione agli arresti domiciliari, sollecitando la condanna alla pena di 8 anni di reclusione.

 

Domenico Russo era stato intercettato dai carabinieri nel letto d’ospedale dov’è stato a lungo ricoverato durante l’inverno dell’anno scorso, dopo essere miracolosamente scampato ad un agguato a colpi di pistola compiuto ai suoi danni nel centro storico coriglianese.

 

L’auto di Russo crivellata di colpi di pistola dopo l’agguato cui è scampato il 31 gennaio dell’anno scorso 

 

Nei suoi colloqui informali coi militari dell’Arma, captati e registrati su ordine della Procura antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, aveva confessato le estorsioni ai danni degl’imprenditori Geraci, specificando d’averle compiute «in autonomia».

 

Dopo averlo condannato, il giudice l’ha assegnato agli arresti domiciliari come richiesto dal suo difensore. 

direttore@altrepagine.it

 

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