Deposizione alterata durante il processo a un suo amico pregiudicato rossanese nel tentativo di “salvarlo”

 

 

Falsa testimonianza. È il reato per il quale Lorenzo Sposato, 44enne coriglianese, lo scorso 24 marzo è stato condannato in via definitiva a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) dai giudici della suprema Corte di Cassazione

 

i quali hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal suo avvocato difensore avverso la sentenza pronunciata il 23 settembre del 2019 dalla Corte d’appello di Catanzaro, e l’hanno condannato pure al pagamento delle spese processuali e ad un’ammenda di 3 mila euro.

 

I togati di secondo grado avevano infatti confermato la sentenza di condanna emessa il 22 marzo del 2018 dal Tribunale di Castrovillari (foto in alto).

 

Ad essere costata cara a Sposato, l’affermazione, resa proprio nella sua veste di testimone durante il processo nei confronti d’un pregiudicato rossanese, Antonio La Banca, di 37 anni, il quale era stato arrestato dai carabinieri:

 

«Tra il La Banca e i militari non v’era stata alcuna colluttazione».

 

La sede della suprema Corte di Cassazione a Roma

 

In udienza Sposato aveva riferito d’una colluttazione avvenuta in sua presenza, al momento dell’arresto del pregiudicato, non potendo dire nulla di quanto accaduto in precedenza né escludere che vi fosse stata una resistenza a pubblico ufficiale.

 

Purtuttavia, il confronto tra le dichiarazioni del 44enne e quelle dei militari che procedettero all’arresto dell’amico pregiudicato avevano fatto emergere la netta divergenza tra le circostanze riferite dallo stesso Sposato e quanto invece riferito dai carabinieri.

I quali, secondo la versione del testimone falso, sarebbero intervenuti quando il suo amico era già a terra, disarmato e bloccato da lui e non dai militari.

Secondo i carabinieri, invece, Sposato s’era soltanto limitato a tentare di calmare il suo amico.

 

Sposato è inoltre sbugiardato dai referti medici attestanti le lesioni subite dai carabinieri, del tutto incompatibili con la sua versione dei fatti.

redazione@altrepagine.it

 

Di admin

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