di Fabio Buonofiglio

Una premessa. Noi non rappresentiamo alcuna opposizione politica, siamo un giornale, raccontiamo quel che accade e lo commentiamo. Certo non ci scandalizziamo per il turpiloquio d’una consigliera comunale durante una seduta dell’assemblea civica di Corigliano-Rossano.

 

Men che meno dal momento che le parolacce del caso sono state pronunciate dall’autrice del “preambolo” al nascente statuto comunale nella sua qualità di presidente della commissione consiliare all’uopo e al tempo istituita. Già, perché davanti a San Preambolo Salimbeni (foto in alto, manca l’aureola), storico martire che ha versato il proprio sangue per la cristiana causa coriglianrossanese, si deve soltanto in silenzio pregare. Il fatto ha però avuto un seguito, che parimenti raccontiamo e commentiamo.

 

La presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo

 

Un seguito che parte da una perentoria richiesta di dimissioni della presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo da parte di tutti i consiglieri d’opposizione: «Abbiamo atteso invano un richiamo nei confronti del consigliere di maggioranza nonché presidente della Commissione Statuto Maria Salimbeni, per l’oscena frase pronunciata a microfoni accesi nel mentre si celebravano i lavori consiliari ed il cui accaduto ha avuto ampio risalto sulla stampa». Soprassediamo sull’“oscenità” d’un «mi sono rotta i coglioni» da braccio di minima sicurezza del Purgatorio e non certo da girone dei dannati all’Inferno, ma se il fatto non avesse avuto ampio risalto sulla stampa tutto va bene madama la marchesa?!

 

I consiglieri d’opposizione

 

Botto, o meglio, botta di San Silvestro e risposta di Capodanno, la maggioranza consiliare rimanda al mittente altrettanto perentoriamente le invocate dimissioni della Grillo: «Così come è giusto stigmatizzare il momento di stanchezza di un singolo consigliere, in collegamento online da casa propria che proferisce un’espressione fuori luogo, non è la prima volta che durante i lavori dei consigli comunali e delle commissioni sentiamo usare dei toni poco urbani, che, per quanto in alcuni casi comprensibili ma di certo non ammissibili, non vengono solo da una parte politica». Un benedetto elogio del turpiloquio in par condicio che a santa fissa ‘e mammat t’esce direttamente e all’unisono dall’aorta e dal ventricolo sinistro.

 

La maggioranza consiliare

 

Dal profano nuovamente al sacro e senza preamboli che tengano, sul caso Salimbeni si sono espressi pure i Verdi, anzi le Verdi, Elisa Romano e Rossella Palmieri: «La politica dovrebbe chiedere le dimissioni di chi è indagato per mafia e non delle persone perbene: esse vanno applaudite e incoraggiate, concedendo loro qualche errore fatto in buona fede». Brave, bravissime, parole sante, santissime, amen.

 

Ps Per quanti non l’avessero (ancora) capito, noi stiamo dalla parte dell’istituzione comunale e quindi dalla parte della Grillo che la rappresenta nel bene e nel male, in calma e in burrasca, in salute e in pandemia. Con un’avvertenza però: la prossima volta, «pregiatissima» presidente, alla Salimbeni o a chiunque altri, almeno risponda e lo faccia per le rime: «Che cazzo stai dicendo?»

direttore@altrepagine.it

 

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