Nel 2013 a Schiavonea il 30enne sibarita fu coinvolto in una “spedizione punitiva” a colpi di pistola contro Salvatore Martilotti ed Espedito Ielo. L’anno scorso a Sibari sparò contro Rocco Gagliardi

 

 

di Fabio Buonofiglio

A distanza d’appena due settimane dall’ultimo omicidio di ‘ndrangheta, nella Sibaritide s’è tornati a sparare. È accaduto proprio nella frazione Sibari di Cassano Jonio, a pochi chilometri di distanza dalla frazione Caccianova, sempre nel Cassanese, dove la mattina del 3 giugno era stato ucciso a colpi di kalashnikov l’imprenditore 40enne del luogo Francesco Elia. Stavolta, la vittima, rimasta per sua fortuna illesa dai 5 colpi di pistola calibro 7,65 esplosi al suo indirizzo da un’ignota mano, è il 30enne Silvano Ritiro (foto)elemento già piuttosto noto negli ambienti investigativi locali.

 

Il giovane, che ieri mattina era a bordo della propria autovettura nei pressi dell’ufficio postale di Sibari dove a quell’ora – poco dopo le 9 – si stava pure svolgendo il mercato rionale, è riuscito a sfuggire all’agguato del suo o dei suoi attentatori, riparando poi nella propria vicina abitazione, sempre a Sibari. Sul tentato omicidio indagano i carabinieri della Tenenza cassanese e della Compagnia di Corigliano, che hanno effettuato i rilievi sul luogo dell’imboscata tesa a Ritiro, repertato i bossoli dei proiettili ed eseguito alcune perquisizioni. Alcuni dei colpi di pistola avrebbero centrato l’auto della vittima.

 

Il luogo dell’agguato

 

Silvano Ritiro, unitamente a suo fratello, ad agosto dell’anno scorso era stato fermato dai carabinieri per lesioni aggravate e porto abusivo d’arma da fuoco con matricola abrasa in seguito al ferimento del 50enne Rocco Gagliardi all’interno d’un bar sempre a Sibari, al culmine d’un violento litigio prima verbale e poi degenerato a calci e pugni, con Silvano Ritiro che poi aveva ferito ad una coscia con due colpi di pistola calibro 6,35, lasciandolo a terra, Gagliardi, cui lo stesso aveva affidato i lavori di ristrutturazione della propria casa. Ma Silvano Ritiro finì in carcere assieme ad altre tre persone pure nell’aprile del 2013, quando nella frazione marina di Schiavonea, a Corigliano-Rossano, avrebbe fatto parte del “commando” armato d’una pistola calibro 6,35 che consumò una spedizione punitiva in perfetto stile “Arancia meccanica” contro l’operaio 37enne del luogo Salvatore Martilotti ed il titolare dell’officina dove questi lavorava, il 57enne Espedito Ielo anch’egli del luogo.

 

Indagano i carabinieri

 

Sull’attentato subito ieri mattina, Ritiro è stato interpellato dai carabinieri, ma non sarebbe stato affatto collaborativo con gl’investigatori, al cospetto dei quali avrebbe fatto scena muta. Nella giornata e fino a sera i detective dell’Arma avrebbero effettuato alcune perquisizioni “mirate” alla ricerca d’elementi utili alle loro indagini sull’accaduto, che sono coordinate dai magistrati della Procura di Castrovillari. Non è ancora chiaro se possa essersi trattato d’una vendetta di natura privata o se il tentato omicidio di Rititro possa essere considerato riconducibile alle “logiche” di riorganizzazione all’interno della criminalità organizzata della Sibaritide.

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