Esemplare vicenda di come il modo di “non fare” di certa burocrazia comunale sia affatto cambiato con l’avvento di Stasi e dei suoi assessori

 

 

di Fabio Buonofiglio

Quasi un anno d’amministrazione del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi (foto) è servito a poco o nulla per cambiare il modo di fare, troppo spesso di “non fare” della burocrazia comunale. Dove pure l’ultimo degl’impiegati può assumere dispotici ed a volte banditeschi atteggiamenti, omettendo i propri doveri d’ufficio, anche se qualche positiva eccezione non manca. La storia che vi raccontiamo mette a nudo ben sette mesi di tribolazioni da parte d’una nota commerciante coriglianese

 

Marilena Mia, al fine d’ottenere uno stallo di sosta riservato al carico ed allo scarico delle proprie merci in Piazza Grazia Deledda, ove la stessa è titolare d’una macelleria. Sin da ottobre dello scorso anno, l’esercente s’è vista costretta ad affidarsi ad un legale per ottenere un diritto che da poco ha finalmente ottenuto, ma soltanto “sulla carta”. Vediamo.

 

La macellaia ha “in mano” l’ordinanza comunale, la numero 69 dello scorso 8 maggio, però dal Settore Lavori pubblici e manutenzione del Municipio chi è preposto ad andare sul posto per realizzare la prevista quanto assolutamente necessaria segnaletica stradale gialla per lo stallo di carico e scarico merci non si schioda ancora dalla sedia. Già, dopo ben sette mesi dal formale inizio d’una pratica banalissima che dovrebbe avere tempi celerissimi, nulla ancora s’è mosso, eccezion fatta per il rilascio formale dell’autorizzazione comunale, giunto con estremo ritardo e dopo numerose sollecitazioni. Il legale della signora Mia, l’avvocato Gianfranco Romanello, s’è visto così costretto a scrivere una lettera legale attraverso la posta elettronica certificata al sindaco Stasi, il quale dovrebbe essere l’ultimo ad essere scomodato per una “roba” del genere. Purtuttavia, il sindaco non ha neppure risposto all’estrema – quanto formale – sollecitazione dell’avvocato Romanello.

 

L’assessora Tatiana Novello

 

Prim’ancora di scrivere al sindaco, c’informa lo stesso legale, «mi sono informalmente interfacciato con l’assessora Tatiana Novello, la quale, garantendomi il proprio interessamento per la positiva risoluzione della vicenda, il giorno dopo m’ha risposto alzando le braccia in segno d’impotenza e di resa di fronte alla recalcitrante burocrazia comunale».

 

Ed ecco il testo della Pec indirizzata al sindaco Stasi rimasta inevasa, che ripercorre le tappe della tribolazione burocratica: «Premesso che: in data 14.10.2019 è stata inoltrata via Pec richiesta di cui al protocollo numero 0084721 del 14.10.2019; successivamente, in seguito a contatti avuti con il responsabile dell’ufficio, ingegnere Francesco Amica, è stato richiesta la necessaria integrazione documentale per il perfezionamento della domanda de quo; in data 7.1.2020 è stata inoltrata via Pec la integrazione documentale richiesta; in data 8.5.2020, ossia dopo sette mesi (sic!!!) dalla richiesta, è stata pubblicata l’ordinanza n. 69 del 8.5.2020 (che si allega) con la quale si “dispone al Settore Lavori pubblici e manutenzione di provvedere alla tempestiva esecuzione dello stallo di sosta e collocazione della segnaletica di cui all’articolo 149 comma 2 del Regolamento attuativo del Codice della strada”; in data 9.5.2020 lo scrivente ha contattato telefonicamente il signor Carmine Grispino per sapere la tempistica per la realizzazione della segnaletica di cui all’ordinanza in oggetto. Ad oggi, 18.5.2020, ancora non risulta essere stata apposta e realizzata la segnaletica di cui all’ordinanza in oggetto; tanto premesso e precisato, sperando che non debbano passare altri sette mesi per diventare efficace l’ordinanza di cui all’oggetto, con la presente si sollecita il sindaco del Comune di Corigliano-Rossano, nonché il responsabile del settore Lavori pubblici e manutenzione a provvedere alla tempestiva esecuzione dello stallo di sosta di cui all’ordinanza n. 69 del 8.5.2020. Tanto vi dovevo per dovere professionale. Con ogni più ampia riserva di legge».

 

La sede municipale di Palazzo Garopoli

 

Da parte del sindaco – finora – solo e soltanto silenzio, ma la risposta che attendono la signora Mia ed il suo legale «sono i fatti, non le parole». Già, perché sullo sfondo, fa sapere l’avvocato Romanello, «aleggia l’articolo 328 del codice penale per un’eventuale formale denuncia per rifiuto ed omissione d’atti d’ufficio»

direttore@altrepagine.it  

 

 

 

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