di Fabio Buonofiglio

Verranno assegnati ad altri magistrati gli Uffici direttivi di Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro e di Procuratore presso il Tribunale di Castrovillari. La Quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura mercoledì ha rigettato l’istanza proposta dall’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini (nella foto a destra) e dall’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla (a sinistra), di revocare o sospendere la delibera attraverso la quale il Csm aveva disposto la pubblicazione delle procedure concorsuali per le coperture dei due Uffici direttivi. In sostanza, vengono giudicati vacanti i ruoli prima occupati da Lupacchini e Facciolla, fase prodromica alla nomina di nuovi magistrati nei loro ex uffici giudiziari.

 

Lupacchini e Facciolla evidenziavano nell’istanza «di essere stati solo provvisoriamente e temporaneamente destinati ad altri Uffici giudiziari sulla base di due distinte ordinanze cautelari adottate dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore (nn. 23/2020 e 128/2019), risultando in ogni caso ancora titolari degli Uffici direttivi in esame, che pertanto non possono ritenersi vacanti; rilevato che nell’istanza si dava conto della pendenza dell’impugnazione avverso le ordinanze cautelari». Ma secondo la Quinta commissione del Csm a prevalere è «il preminente interesse pubblico alla tempestiva copertura dell’Ufficio per assicurare la continuità della funzione pubblica, risultando peraltro irrilevante sotto questo profilo il fatto che la misura cautelare sia sottoposta a gravame». Quindi, nonostante la posizione di Facciolla e quella di Lupacchini siano in attesa di essere definite e giudicate, il Csm ha rigettato l’istanza e, riferendosi a una sentenza del Consiglio di Stato viene sottolineata la «dominante esigenza di assicurare la continuità della funzione pubblica, la quale impone all’amministrazione, disposta la misura cautelare, di provvedere senza ritardi alla sua assegnazione ad altro magistrato».

 

“Palazzo dei Marescialli” in Piazza Indipendenza a Roma, sede del Csm 

 

FACCIOLLA. Il 28 novembre scorso la Sezione disciplinare del Csm ha stabilito il trasferimento d’ufficio al Tribunale di Potenza, col ruolo di giudice civile, del procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla. La tesi è che Facciolla abbia «abusato delle sue funzioni di magistrato rivelando dati sensibili, favorendo una società che si occupa di intercettazioni e commettendo ‘una grave scorrettezza’ nei confronti dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro». Fatti che secondo il Csm avrebbero «determinato una caduta di autorevolezza, prestigio e credibilità dentro e fuori dell’ufficio giudiziario di appartenenza anche a causa della rilevanza che la vicenda in oggetto ha avuto sul piano locale, con inevitabili ricadute negative in punto di delegittimazione dell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nello specifico contesto territoriale dove si sono verificati i dati e dove Facciolla esercita attualmente le funzioni».

 

LUPACCHINI. Il 27 gennaio sempre la Sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento d’ufficio per il procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini e lo ha destinato alla Procura generale di Torino come sostituto procuratore generale. Il “tribunale delle toghe” ha accolto la richiesta avanzata dal ministro della Giustizia Bonafede e dal procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, che hanno avviato l’azione disciplinare nei confronti di Lupacchini, accusandolo di aver «delegittimato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri». Al centro del procedimento, l’intervista che Lupacchini rilasciò lo scorso dicembre al TgCom24 – dopo i numerosi arresti avvenuti nell’ambito dell’indagine anti-‘ndrangheta “Rinascita Scott” – in cui sarebbe stato delegittimato l’operato del capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri. Tra le incolpazioni mosse dai titolari dell’azione disciplinare a Lupacchini, anche quella di aver offeso il Csm.

 

Il palazzo della Corte d’appello di Catanzaro 

 

Esprime «stupore» per la decisione del Csm l’avvocato Ivano Iai che difende entrambi i magistrati ed ha impugnato i relativi trasferimenti davanti alle Sezioni unite civili della Cassazione, che però hanno rinviato la trattazione per l’emergenza Coronavirus.

 

LA DIFESA DEI DUE MAGISTRATI. «Apprendo con stupore dai media che la Quinta commissione del Csm avrebbe disposto il rigetto dell’istanza di sospensione in via di autotutela amministrativa delle procedure concorsuali per la nomina degli Uffici direttivi di Procuratore generale presso la Corte di Appello di Catanzaro e di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, presentata nell’interesse dei magistrati Otello Lupacchini ed Eugenio Facciolla, attuali dirigenti di quegli Uffici sebbene provvisoriamente trasferiti ad altra sede. Nella motivazione del rigetto risulterebbe prevalere l’esigenza di assicurare la continuità della funzione pubblica rispetto alla natura provvisoria e cautelare delle ordinanze trasferimento dei due magistrati, peraltro impugnate davanti alle Sezioni unite della Corte di Cassazione che ha rinviato d’ufficio le udienze fissate per il 7 aprile e il 26 maggio a causa del frangente di emergenza sanitaria in corso. Nell’alveo del principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero e al di là delle considerazioni tecniche e giuridiche, rammarica che da un organo di rilevanza costituzionale, qual è il Csm anche nelle sue articolate commissioni, nel quale e dal quale debbono essere adottati provvedimenti non discriminatori, provengano attestazioni così fortemente elusive dei diritti degli interessati.

Il Tribunale di Castrovillari  

 

Occorre notare, peraltro, che è stato proprio il Csm, con due ordinanze della Sezione disciplinare, a interrompere – con motivazione astratta e solo apparente i cui argomenti sono esposti nei ricorsi proposti davanti alle Sezioni unite della Corte di Cassazione – la funzionalità e continuità degli Uffici oggi inopinatamente considerati vacanti e perciò messi a concorso, allontanandone i vertici in plateale assenza di elementi solidi e gravi ed esigenze cautelari concrete. Appare sempre più indispensabile richiamare l’attenzione intorno a decisioni che vanificano l’attività difensiva – la quale concretizza e dà voce ai diritti delle persone assistite, nel caso di specie due magistrati indipendenti, seri, preparati e onesti – e risulta nondimeno urgente e indispensabile dar conto delle attività che il dottor Lupacchini e il dottor Facciolla si trovavano a compiere nel momento in cui sono state avviate le procedure per il loro trasferimento: il primo esercitava le sue funzioni di Procuratore generale, evidentemente scomode e sgradite per i continui richiami al rispetto delle regole di collegamento investigativo e coordinamento tra le Procure del Distretto di Catanzaro, segnalate al Ministro della Giustizia e da questi ignorate; il secondo stava da tempo approfondendo nelle sue indagini le commistioni tra politica e malaffare nella prospettiva di riportare la legalità nel circondario del Tribunale di Castrovillari. Si valuterà, per i magistrati Lupacchini e Facciolla, quali ulteriori azioni intraprendere al fine di tutelarne la dignità personale e professionale nel rispetto e in armonia con la migliore amministrazione della Giustizia».

direttore@altrepagine.it

 

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