Tanto tuonò che piovve. Il Comune di Corigliano-Rossano ha definitivamente risolto, unilateralmente e in autotutela, il contratto plurimilionario con l’impresa appaltatrice d’uno dei più importanti oltre che onerosi servizi dell’ente. Un contratto in essere dal 2017 per un appalto della durata di ben 15 anni e per un importo pari a quasi 24 milioni d’euro. Si tratta del contratto per la “gestione del servizio d’illuminazione pubblica e realizzazione d’interventi di riqualificazione tecnologica finalizzati all’efficienza energetica e d’adeguamento normativo degl’impianti del territorio comunale”, tra il Comune di Corigliano-Rossano, appunto, e l’impresa individuale “Lavori pubblici ingegnere Luigi Spezzano” (nella foto il noto e potente imprenditore), vincitrice della relativa gara pubblica bandita a suo tempo dall’ex Comune di Corigliano Calabro.

La determina a firma del dirigente comunale dell’Area tecnica – Ambiente, energia e manutenzioni, Francesco Amica, consta di ben dieci pagine e reca la data di ieri. Le motivazioni alla base della risoluzione contrattuale con l’impresa Spezzano sono già note da alcune settimane. Si tratta d’una lunga serie di presunte gravi irregolarità riscontrate da parte del Comune di Corigliano-Rossano per le quali un funzionario comunale tempo addietro aveva già interessato l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Giuseppe Cantone. In particolare v’era una “sospetta” variante in corso d’opera del contratto stesso, che avrebbe prodotto un lievitamento dell’importo complessivo pari a circa 8 milioni d’euro rispetto ai 16 milioni originariamente previsti. Tutto ciò, mentre il bando di gara dell’appalto pubblico prevedeva espressamente il divieto di varianti. Richiamandosi ad alcune precise norme di legge, il Comune ha perciò deciso di procedere in autotutela alla risoluzione d’un contratto d’appalto che, avendo subito una modifica sostanziale, oggi richiede una nuova procedura d’appalto. 

 

Il dirigente comunale Amica

 

Una volta ricevuta la comunicazione d’avvio del procedimento teso alla revoca dell’appalto, l’8 novembre scorso l’impresa Spezzano, attraverso i suoi legali, aveva esercitato l’accesso agli atti del Comune in relazione alla “pratica”, ed il successivo 13 novembre, attraverso gli stessi legali, aveva trasmesso all’ente le sue osservazioni richiedendo l’archiviazione del procedimento avviato, o in subordine il componimento bonario della “questione”, o in subordine ancora la riconduzione ad equità ovvero la conclusione del procedimento soltanto per i lavori “supplementari”, nonché, da ultimo, la liquidazione d’alcune somme in suo favore per le ragioni indicate nelle stesse osservazioni. Poi, con una nota del 26 novembre, la stessa impresa Spezzano aveva avanzato una richiesta d’incontro al Comune, proprio al fine d’addivenire ad un componimento bonario ovvero transattivo della questione. Purtuttavia, né le osservazioni formalmente presentate dall’ex impresa appaltatrice né la conseguente richiesta d’incontro in municipio hanno trovato accoglimento da parte del Comune, per una lunga serie di motivi che il dirigente comunale Francesco Amica elenca nella determina a sua firma.

 

Il sindaco Stasi

 

Al di là d’ogni formalismo del caso e di chi ha avuto l’onere di firmarne gli atti, è evidente che la motivata revoca d’un contratto d’appalto plurimilionario sottende una precisa volontà politica da parte della prima amministrazione comunale della storia di Corigliano-Rossano, in carica da poco meno di sei mesi sotto la guida del suo primo sindaco Flavio Stasi. Ed è un atto che non ha precedente alcuno durante le passate amministrazioni dei sindaci (e anche dei commissari prefettizi) che hanno gestito gli ex Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano.

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