Conosco Franco Pacenza da quando avevo l’età di quindici anni ed ero studente liceale. Lui allora era un giovane e brillante dirigente sindacale della Cgil. A metà anni Novanta passa alla politica, come accade alla stragrandissima maggioranza dei sindacalisti ed in particolare a quelli della Cgil.

Da allora ha fatto un’altrettanta brillante carriera politica. Brillante dico, non brillantissima, dal momento che ha solo e soltanto accarezzato l’importante carica d’assessore regionale non assumendola mai. Una carriera la sua, segnata da tre elezioni consecutive al Consiglio regionale (è stato pure capogruppo dei Democratici di sinistra) e da una prevedibile trombatura, quella maturata alla sua quarta candidatura inframezzata da altre due trombature a sindaco di Corigliano Calabro ed a parlamentare della Repubblica. A dispetto delle proprie aspettative andate deluse e delle proprie trombature (prima o dopo arrivano per tutti i politici), conosco piuttosto bene Franco Pacenza e riconoscevo la sua stoffa politica. Guardando il servizio del Tg4 che l’ha riguardato in modo diretto (non erano “Le iene” e ci scusiamo coi nostri lettori per l’inesattezza di due giorni fa) mi sono domandato e ri-domandato su dove sia finita quella stoffa politica. Sì, perché da qualche parte è finita e v’è finita assai malamente.

Si può condividere o meno il giornalismo televisivo d’assalto finalizzato ad un’informazione populista, ma quando un politico è davanti alla telecamera ed al microfono deve rispondere politicamente a qualsivoglia tipo di domanda provocatoria, comprese quelle che dietro al punto interrogativo hanno una scontata risposta corale, popolare o populista che essa sia. E Franco Pacenza davanti a quella telecamera ed a quel microfono non è stato affatto un politico, perché politico probabilmente non lo è più e forse oramai da un bel pezzo. E di questo me ne spiaccio.

Vorrei capire quale sia stato il suo “problema” nel rispondere alle domande provocatorie di quel giornalista. Forse perché era del fanatico e fondamentalista berlusconiano Tg4? Embè?! Lo stesso tipo di giornalismo televisivo d’assalto lo praticano da anni ed anni taluni programmi televisivi progressisti o di sinistra di Raitre, o quelli di Michele Santoro. A me non fa specie. Mi fa specie però che un (ex) politico risponda a delle domande non in modo politico, dando del pagliaccio ad un giornalista ed improvvisandosi assai maldestramente avvocato di se stesso arringando d’essere titolare d’un diritto. L’argomento sollevato dal giornalista non era affatto una contestazione legale e non eravate in un’aula di tribunale dinanzi ad un giudice civile, caro Franco. Quella era una contestazione politica. Populista? Ok, populista. Ma davanti a quella telecamera ed a quel microfono l’unico pagliaccio che ho visto eri tu. E te lo dico con antica amicizia ed antico affetto…

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Di admin

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